Traduzione giuridica, traduzione legale, traduzione certificata, ufficiale, giurata, asseverata… questi termini sono davvero sinonimi?
Chi è veramente il traduttore legale? La figura del traduttore ufficiale esiste davvero in Italia?
Ogni giorno, operatori del settore e non utilizzano indistintamente queste definizioni. Tuttavia, il mondo della traduzione giuridica in Italia è caratterizzato da peculiarità ben precise, spesso confuse o mal interpretate anche tra gli addetti ai lavori.
In questo articolo, analizzeremo la figura del traduttore legale in Italia, sfatando falsi miti e fornendo una panoramica delle principali differenze tra l’Italia, la Francia, gli Stati Uniti e il Regno Unito.
Qualche chiarimento terminologico: la traduzione giuridica in Italia

Con traduzione giuridica s’intende la traduzione in ambito giuridico.
I termini traduzione giurata, certificata e ufficiale indicano, invece, una traduzione ufficiale, ossia una traduzione asseverata innanzi al Tribunale, al Giudice di Pace o al Notaio. Il crisma di ufficialità è dato semplicemente dalla procedura di asseverazione, che rende il testo “ufficiale”. Una traduzione ufficiale non è necessariamente la traduzione di un documento di natura giuridica o legale, ma può riguardare anche un documento di altra natura (es: istruzioni d’uso di un manuale, certificato medico ecc.). In Italia, la professione di traduttore non è ufficialmente riconosciuta (non esiste, infatti, alcun Albo ufficiale). Ne consegue quindi che, contrariamente ad altri Paesi, in Italia non esiste la menzione di “traduttore ufficiale”: il traduttore che opera in questo ambito non può essere definito “traduttore ufficiale/certificato o giurato”, ma è semplicemente un traduttore tecnico specializzato in traduzione giuridica. La dicitura “traduttore certificato” esiste solamente in relazione alle norme UNI relative alle associazioni di categoria. Se, ad esempio, un traduttore è iscritto ad un’associazione nazionale come AITI (Associazione Italiana Traduttori e Interpreti), che riconosce e attesta le sue competenze in un dato ambito rilasciando una certificazione UNI, quest’ultimo potrà definirsi “traduttore ufficiale o certificato” ai sensi di tale norma.
Molto spesso, la figura del “traduttore ufficiale” è associata all’iscrizione all’Albo dei Consulenti Tecnici d’Ufficio (CTU) o dei Periti Tecnici. Tuttavia, l’iscrizione a tali Albi non conferisce alcun crisma di ufficialità al traduttore o alla traduzione, che dovrà obbligatoriamente essere asseverata. L’iscrizione a uno o a entrambi tali Albi è una scelta del traduttore e non presenta alcun nesso con la menzione di traduttore ufficiale, giurato o certificato.
Due parole sull’asseverazione

Asseverare una traduzione significa effettuare un giuramento in Tribunale, innanzi al Giudice di Pace, al Cancelliere, al Notaio o altra autoritĂ competente. Il traduttore presta giuramento certificando la sua traduzione conforme all’originale, e l’autoritĂ in questione procede all’asseverazione. Durante la procedura di asseverazione in Tribunale, vengono apposti i timbri e le firme dal pubblico ufficiale e un numero detto “numero cronologico”, che classifica tutte le traduzioni giurate deposte in un determinato Ufficio. Il Notaio, invece, appone un “numero di repertorio”, poichĂ© la traduzione diventa un vero e proprio atto notarile. Il traduttore non è tuttavia tenuto a attestare la validitĂ del testo originale o tradotto nĂ© la sua effettiva valenza o liceitĂ . Il traduttore può avviare asseverazioni ovunque in Italia, ma le procedure per la richiesta di asseverazione variano secondo i Tribunali.
La traduzione giuridica in Francia

In Francia, contrariamente all’Italia, la professione del traduttore è regolamentata. Esiste pertanto la figura del traducteur assermenté, il quale è ufficialmente abilitato a certificare la validità della traduzione mediante apposizione del proprio timbro (traduction assermentée). Dopo aver presentato un dossier per essere iscritto alla lista dei traducteurs assermentés del proprio comune o distretto di residenza e superato uno specifico iter di riconoscimento delle proprie competenze, il traduttore effettua un giuramento che lo autorizza a certificare le proprie traduzioni in ambito legale apponendo ogni volta il proprio timbro. Il traducteur assermenté può apporre il proprio timbro solo per le combinazioni linguistiche per le quali ha prestato giuramento, e le sue traduzioni hanno valenza esclusivamente sul territorio francese. Qualora una traduction assermentée debba avere valenza in Italia, il traduttore dovrà quindi ricorrere alla procedura di asseverazione.
La traduzione giuridica negli Stati Uniti

In genere, negli Stati Uniti, la nozione di traduzione giurata non esiste, ma esiste la certified translation, ossia una traduzione eseguita da un professionista accompagnata da una lettera (affidavit o certificate of accuracy) firmata e datata dal traduttore in cui si attesta la conformitĂ e fedeltĂ della traduzione. Di conseguenza, se un traduttore dovesse eseguire una certified translation per un cliente americano, dovrebbe prima di tutto accertarsi con lo stesso che si tratti effettivamente di una certified translation secondo la prassi americana, o se sia invece necessaria una traduzione asseverata.
La traduzione giuridica nel Regno Unito

Nel Regno Unito, si distinguono diverse tipologie di traduzione in ambito giuridico:
- Certified Translation (caso piĂą semplice): il traduttore accompagna la traduzione con un certificate of accuracy, chiamato anche Statement of Truth, per attestare la validitĂ del testo di arrivo.
- Sworn translation o Affidavit: se la traduzione deve avere una forza ufficiale, il traduttore deve redigere una dichiarazione firmata e poi recarsi innanzi a un Avvocato dichiarando l’accuratezza e la veridicità della traduzione. Questa procedura è molto simile all’asseverazione in Italia;
- Notarised translation: il traduttore deve prestare giuramento innanzi al Public Notary (autorevolezza minore rispetto alla figura del Notaio in Italia). Solitamente, in Italia, tale procedura si esegue innanzi al Notaio, che può apporre anche l’apostille se il documento deve avere valenza all’estero.
- Legalisation of a translation by the Foreign of Commonwealth Office (FCO): se il documento deve avere valore legale all’estero, il traduttore deve far legalizzare la propria traduzione presso questo Ufficio. In Italia, questo tipo di traduzione corrisponde a una traduzione asseverata e legalizzata.
Nei prossimi articoli approfondiremo la tematica della traduzione giuridica, analizzando l’iter di asseverazione in Italia e spiegando nel dettaglio i concetti di legalizzazione e apostille.
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